Fake Uniforms

[Wild Posting]





[ITA]

Fake Uniforms (per agire invisibilmente sotto gli occhi di tutt3) è una pratica di autoinchiesta visuale semi-permanente. Partendo da una ricerca che si interroga sulla visibilità e invisibilità di alcuni corpi nello spazio pubblico, il progetto apre conversazioni con diverse microcomunità di persone e apre domande su socialità, legalità, marginalità, lotta, costruzione di comunità dal basso, a partire dall'esperienza personale. Il risultato sono una serie di manifesti che vengono affissi in modo più o meno autorizzato a seconda del contesto, diffondendo le loro parole nello spazio pubblico.

[ENG]

Fake Uniforms (to hide in plain sight) is a practice of semi-permanent visual self-inquiry. Starting from a research that questions the visibility and invisibility of some bodies in the public space, the project opens conversations with different micro-communities of people that share their personal experience and opens up questions on sociality, legality, marginality, struggle, construction of communities from below. The result is a series of posters which, attached in a more or less authorized way according to the context, spread their words across public space.



FOCUS


“Hello, yes it’s getting scary in Ramallah, they enter at night almost every day. It’s getting closer to us. I hope it ends soon.”


مرحبًا، نعم أصبح الوضع مرعبا في رام الله، فهم يدخلون ليلًا كل يوم تقريبًا. الخطر يقترب منا. أتمنى أن ينتهي كل هذا قريبا 

Retrofuturo. Appunti per una collezione, Macro Museum, Roma (IT)
Sara Leghissa Graphic design: Marzia Dalfini
Traduzione in arabo / arabic translation: Rabii Brahim

Quando ho ricevuto l'invito per Retrofuturo, mi sono chiesta che cosa avesse senso portare all'attenzione del pubblico in questo momento. Ho deciso di realizzare un’opera composta da due manifesti e da una lettera in solidarietà con la Palestina.  
Mentre Israele sta attuando da mesi un genocidio nella striscia di Gaza, che avviene sotto gli occhi dell'opinione pubblica, ho ricevuto un messaggio da Ramallah, da parte di un’amica palestinese: "Hello, yes it's getting scary in Ramallah, they enter at night almost everyday. It's getting closer to us. I hope it ends soon”. Le ho chiesto di poterlo usare come titolo per questa opera.
I manifesti sono parte di una pratica di affissione e di autoinchiesta più ampia, che porta nello spazio pubblico voci e prospettive di persone o minoranze che faticano a prendere parola in questo contesto. I contenuti sono stati raccolti durante una residenza a Ramallah nel 2019, dove ho incontrato alcune persone e provato ad aprire conversazioni su cosa significhi vivere in un paese sotto occupazione. Le loro parole mettevano in discussione la percezione stessa di "spazio pubblico" e "legalità".
Ho infine voluto utilizzare questo spazio istituzionale per condividere la lettera ITALIAN ARTS UNITED FOR PALESTINE: Lettera aperta per una presa di posizione rispetto al genocidio in Palestina, scritta l' 8 dicembre 2023 da Il Campo Innocente, AWI Art Workers Italia e Italian Arts Watch e che nel giro di pochi giorni ha raccolto oltre 3000 adesioni.
Gennaio 2024







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E’ un muro invisibile


Come stanno cambiando gli spazi pubblici e quelli privati? In che modo gli spazi incidono sulla socialità? Come li vivono l3 più giovani?
Sono alcune delle domande a cui vuole dare una risposta È un muro invisibile, l’installazione open air di Arianna Arcara e Sara Leghissa, commissionato da ArtsFor_ per FOM Fotografia Open Milano, che sarà allestita nelle strade e sui muri del Municipio 8, quartiere Gallaratese-Cascina Merlata, a partire dal 12 ottobre fino al 12 novembre.

È un muro invisibile è un progetto di FOM – Fotografia Open Milano, che utilizza la fotografia d’autore come strumento e linguaggio per leggere, raccontare e comprendere la realtà, vivendo soprattutto nelle aree interessate da grandi ristrutturazioni urbane, dove le architetture temporanee dei cantieri diventano come i muri di un museo all’aperto. 

Immagini e messaggi dal forte impatto evocativo che aprono una finestra sulle vite dei ragazzi e delle ragazze del quartiere. Ne emerge uno spaccato ampio e variegato che interpella i temi dell’identità, della cittadinanza, del tempo libero, della socializzazione e del futuro mettendo in luce le influenze derivate dalla frequentazione dello spazio in un momento di rapida trasformazione della città e suscitando un’importante riflessione sulla possibilità di una pianificazione partecipata dello spazio pubblico ad uso dell3 giovani, per esercitare quel diritto alla città che possa in qualche modo renderl3 attor3 dello sviluppo urbano contemporaneo.

Oltre 50 fotografie di Arianna Arcara accostate ai poster con le testimonianze della viva voce dell3 giovani abitanti di questi luoghi raccolte da Sara Leghissa, daranno vita ad un percorso di arte urbana che si dispiegherà tra via Quarenghi, via Gallarate e i muri delle case MM di via Appennini.

Press/
Milano, "È un muro invisibile" l’installazione open air di Arianna Arcara e Sara Leghissa di Giovanni Zambito per fattitaliani.it


















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Las abuelas bollera son la resistencia


Sara Leghissa in collaborazione con Carlo Fusani 

Insieme ad un gruppo di student3 del liceo Carlos III di Madrid abbiamo incontrato alcune persone LGBTQIA+++ della Fundación 26 de Diciembre. Le persone intervistate hanno condiviso le loro esperienze personali, legate alla condizione di corpi non legali (e in alcuni casi l’esperienza del carcere) durante il franchismo, in quanto omosessuali e transessuali . Le loro voci sono diventate manifesti affissi senza autorizzazione per il quartiere di Lavapies.

PRESS/ “BODIES SPACES (IL)LEGALITY” Hedera Collective, settembre 2020


 





                           

ph Davide Marconcini, Claudia Pajewski video Davide Marconcini
(Marsiglia, Madrid, Nyon, Roma)


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