Pretend it’s a Toilet

 

ph Federica Iannuzzi

Pretend it’s a Toilet

[Free 2 Pee Starter Pack]

A project by Sara Leghissa, dramaturgy collaboration Sandra Cane and Tomas Gonzalez, activated with Seba Lorenza Pala, choreographic assistance Michele Rizzo and Catalina Insignare, costumes design Lucia Gallone, graphic design Marzia Dalfini, executive production Federica Iannuzzi. Produced by Associazione L’Altra coproduced by Les Halles de Schaerbeek, Teatro Prospero / ROM - Residency On the Move, Kunstencentrum Viernulvier, far Nyon, Lavanderia a Vapore.

“Favolose come un dito in culo”
Marciona_manifestazione transfemminista queer, Milano 2021

“Fabulous as a finger in the ass”
Marciona_queer transfeminist demonstration, Milano 2021

[ITA]

“Lo spazio di per sé è neutro, è la presenza dei corpi "normati" che rende un certo luogo un luogo di potere.” Sandra Cane

Può il bagno pubblico - storicamente luogo della socialità queer e allo stesso tempo dell’applicazione e mantenimento delle politiche binarie - servire come pretesto per interrogare le dinamiche di potere, che ci permettono o impediscono di prendere posizione rispetto a regole non scritte? Perché alcuni corpi sentono di essere nel posto giusto rispetto ad altri e quindi in diritto di dire agli altri che cosa fare? Possiamo intercettare queste dinamiche e metterci insieme per creare un piccolo corto circuito? Nelle società moderne non abbiamo più bisogno di un sistema di controllo, ma siamo noi stess3 ad autoregolare i nostri e gli altri corpi. Ma come i corpi sono mutevoli e intersezionali, così sono gli spazi.

[ENG]

“Space is neutral, it is the presence of 'normed' bodies that makes a specific space a place of power.” Sandra Cane

Can the public bathroom – both the place of historical queer sociability and at the same time of binary politics enforcement – serve as an excuse to interrogate the power dynamics that permit or prevent us to take a position with respect to unwritten rules? Why do some bodies feel they are in the right place compared to others and therefore entitled to tell others what to do? Can we intercept these dynamics and get together to create a little short circuit? In modern societies we no longer need a controlling system, but it is we, ourselves, who self-regulate our own and other bodies. But just as bodies are mutable and intersectional, so are spaces.